mercoledì 30 luglio 2008

28-29 luglio in val Zemola: cima Duranno

Lunedì, verso mezzogiorno, io e papà siamo partiti alla volta delle dolomiti friulane. La nostra meta era il monte Duranno, il massiccio roccioso che domina la Val Zemola, valle divenuta "famosa" grazie ai racconti di Mauro Corona. L'imbocco della Val Zemola si trova proprio sopra Erto, paese natale del barbuto alpinista-scultore-scrittore. Salita la bellissima e selvaggia val Zemola abbiamo pernottato al Maniago, un rifugio di quelli veri (non un vergognoso albergo, come ne esistono molti in dolomiti). Abbondante cena ed a letto presto, sotto l'incombente presenza delle pareti del Duranno.

(Il rifugio Maniago. Sulla sinistra l'incombente presenza del
Duranno, con al centro la forcella Duranno)

(Il Duranno incombe sul rifugio)

(Dalla Forcella verso la Val Zemola:
Monte Borgà e Monte Buscada)

Al mattino il cielo è sereno e la giornata promette bene. Saliti per un comodo e panoramico sentiero alla forcella Duranno ci siamo affacciati sui ripidi prati che danno verso la val Cimolais. Uno spettacolo. La via normale al Duranno segue la cresta che parte dalla forcella per poi immettersi in una cengia, che inaspettatamente conduce al punto debole della parete: un appoggiato ma umido camino che conduce direttamente nel Cadin Alto, la parte sommitale della cima.

(Inizia la cresta che porta alla cengia)

(Prima delle roccette che portano alla cengia)

(Sulle roccette prima della cengia)

(Papà all'imbocco della cengia che porta nel camino,
passaggio chiave della via)

(Io in contemplazione della prima, facile paretina,
che obliquando verso sinistra si porta al centro del camino.)

Dall'esile pianoro sommitale la vista spazia su numerose catene montuose ed il panorama sulla sottostante val Zemola toglie il fiato. Dopo uno spuntino e dopo esserci riempiti gli occhi con tanta bellezza e le orecchie con tanto silenzio, una veloce discesa in corda doppia ci ha riportati alla cengia.
(Papà in cima)

(La foto di rito)
(La val Zemola vista dalla cima)

(Calate in corda doppia)

(Uno dei numerosissimi e curiosi stambecchi
incontrati sui prati oltre forcella Duranno.)

Da li, con altrettanto veloce discesa, ci siamo riportati al rifugio Maniago e poi alla macchina. Durante la discesa ci ha fatto "compagnia" un acquazzone, che si è poi trasformato in un vero e proprio temporale. Siamo arrivati alla macchina fradici!
Saluti!

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Maurizio.
Innanzitutto complimenti, sia per la scelta della zona, che per le foto e per la descrizione dei magnifici luoghi.
Vorrei farti una domanda, se posso.
Dato che nella seconda settimana di agosto sarò su con la mia banda (mia moglie e due nanetti di 7 mesi), volevo sapere in che stato è il sentiero che da Erto porta al Maniago.
Ovvero: è tutto fattibile a piedi, con i bambini nel marsupio, in un tempo "ragionevole"? Oppure credi che sia troppo difficile?
Ti ringrazio e ti saluto
claudio

Maurizio ha detto...

Ciao Claudio (sei lo zio dell'Ale?..in caso contrario, saluti comunque:-).
Da Erto si può salire in macchina una parte della val Zemola, precisamente fino a Casera Mela dove si trova il divieto. La strada è strettina. Prima asfaltata, poi sterrata per circa un km, quindi nuovamente asfaltata fino al parcheggio, nei pressi di un acquedotto.
Dalla macchina al rifugio ci vuole circa un'ora e mezza di buon passo. Con i giovanotti nel marsupio aggiungi pure un'ora, dato che immagino preferirai prenderla con calma! Il sentiero è piuttosto ripido, ma molto bello. Dopo una prima parte pianeggiante e per un breve tratto in discesa, si attraversa il greto del ruscello e poi ci si inerpica nel bosco. Penso si possa seguire la forestale, in alternativa: magari meno ripida ma più lunga. Non saprei dirti.
Se posso darti un consiglio, vacci a farti un giro, sono posti stupendi!

Fammi sapere poi com'è andata!

Saluti

Anonimo ha detto...

Grazie mille Maurizio per tutte le info.
Quindi, senza auto, direttamente da Erto, un 3 ore di cammnino per il Maniago, vero?
Ma è vero che la strada stretta, prima asfaltata e poi bianca, che porta a Casera Mela è "strapiombante"? Da fastidio, secondo te, a chi soffre un pò di vertigini?
Ti ringrazio ancora, e certo...ci andiamo dal 9 agosto!
Ps non sonolo zio dell'Ale ma i tuoi saluti li ho presi con gioia e contraccambiati :-)

Maurizio ha detto...

Allora, da Erto Probabilmente in 3 ore ce la fai ad arrivare al Maniago (da casera Mela conta un paio d'ore). La strada è vertiginosa solo nel tratto sterrato: passa sotto una fascia di rocce e sopra un tratto strapiombante. Comunque ti rendi conto di dove sei passato solo quando arrivi a Casera Mela e ti volti indietro a guardare!Dato che la carreggiata li è piuttosto larga, facendola a piedi non dovresti avere nessun problema! Nei tratti asfaltati invece la strada passa in mezzo al bosco e non ci sono problemi di vertigini.
Se non vuoi salire in auto fino a casera mela puoi lasciarla a Erto, ma hai anche un'altra possibilità. Il primo tratto asfaltato, che è stretto ma non molto ripido, fa due tornanti. A fianco del secondo tornante(quello che gira verso destra) c'è uno slargo dove ci stanno comodamente 5 o 6 macchine. Se la lasci li ti risparmi un bel pezzo di strada e di dislivello!
Saluti!

Anonimo ha detto...

Grazie ancora Maurizio!
Preciso e gentile
Ti farò sapere quando torniamo.
Un saluto fiorentino
claudio

Anonimo ha detto...

Maurizio, siamo saliti ieri sul Duranno, pernottando sabato al Maniago ed abbiamo trovato le vostre firme sul libro di vetta.

In settimana non era salito nessuno e anche domenica eravamo soli (tranne che per gli stambecchi ovunque).

Ti ringrazio per il post e per le ottime foto, che ho utilizzato per attingere ad informazioni di prima mano sulla salita!

Un saluto
Stefano

Anonimo ha detto...

Caro Stefano, complimenti per la salita. La Cima è una di quelle che resta nel cuore,proprio perché ha quel sapore di ricerca: un punto debole che, con un po' di persuasione, rispetto e amore permette di salire la sommità di un monte incantato... e così ce ne sono tanti altri, così lontani dal chiasso e dalla moda che danno senso all'andare per monti. Basta sapere dove volgere i passi... ma tu lo sai, considerate le mete che scegli. Ciao Andrea

Maurizio ha detto...

Ciao Stefano! Fa piacere sapere che il mio breve commento sulla salita e le poche foto pubblicate ti siano state d'aiuto. Sono sicuro anche tu abbia provato delle belle emozioni, in quei posti così selvaggi e poco frequentati.
In effetti il Duranno meriterebbe più ascensioni...ma forse, per preservare l'integrità del luogo, è meglio rimanga così: un posto per pochi, appassionati e rispettosi.

Un saluto!

Anonimo ha detto...

good start

mauro ha detto...

siamo un gruppo di amici con esperienza in calate con corda doppia fatte in sardegna e volevamo andare in cima al duranno ho visto che tu sei andato in cima con tuo padre saresti disposto ad accompagnarci se si noi saremmo molto felici di questa grande opportunita' che ci dai saluti da mauro e compagni

mauro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Unknown ha detto...

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